I NOSTRI ‘PICCOLI EROI’

Condividiamo lo scritto che i ragazzi della 3°B della Scuola Secondaria di I° grado di Gussola hanno confezionato sul mondo del volontariato di ‘un piccolo paese dal grande cuore’. L’articolo parteciperà al concorso ‘Crescere Cittadini’ indetto dalla Onlus Claudio Rinaldi per diffondere nei giovani la cultura dell’informazione responsabile.

Attività onoterapica presso il Centro - ENTRA IN 'IL CENTRO' E LEGGI TUTTI I DETTAGLI DELL'ATTIVITA'“Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”. Così J.F.Kennedy inaugurò il suo mandato nel 1961 lanciando un forte messaggio ai cittadini di tutto il mondo sulla necessità di interrogarsi sul nostro essere parte di una comunità civile e sul nostro contributo per renderla attiva.

Se ci guardiamo intorno, ascoltiamo la televisione o leggiamo un giornale, sentiamo parlare di “grandi progetti”, di accordi tra stati per tentare di risolvere i problemi che affiggono il mondo: la povertà, la mortalità infantile, la fame… L’ONU nel 2000 creò gli “obiettivi del Millennio” che avrebbero dovuto essere raggiunti nel 2015 ma abbiamo scoperto che sono stati posticipati sino al 2030. Si tratta di mete certamente molto difficili da raggiungere ma qualcosa è mancato nella cooperazione tra gli stati impegnati in questo ambizioso percorso. Ciò ci ha portato a riflettere sul fatto che se a livello mondiale è ancora complicato sanare ferite profonde, nel piccolo di una comunità di paese è possibile aiutare concretamente le persone.

Abbiamo fatto un viaggio intenso tra alcune associazioni di volontariato di Gussola, in provincia di Cremona. Grazie alla collaborazione di Cisvol CSV di Cremona -delegazione casalasca – e all’intervento del sindaco, Stefano Belli Franzini, che ha sottolineato quanto sia prezioso il supporto dei volontari ai servizi che il comune offre, abbiamo scoperto un mondo di persone che mettono a disposizione gratuitamente il proprio tempo per intervenire nella comunità civile, sociale e culturale.

L’associazione AIDO, Associazione Italiana Donazione Organi, tessuti e cellule, attraverso la voce della presidentessa Giovanna Favagrossa e della volontaria Monica, ci ha presentato la propria attività attraverso la metafora della “staffetta”: dove la nostra vita finisce, attraverso il testimone, l’organo donato, possiamo permettere che la vita di un altro prosegua. Circa novemila persone in Italia sono in attesa di un trapianto. “NOI CON VOI”, di cui ci ha parlato il presidente Claudio Bonaldo, in convenzione con il comune, offre il servizio di trasporto, di domicilio dei pasti e della spesa, di misurazione della pressione. Il nome di questo gruppo sottolinea il coinvolgimento “della comunità nella e per la comunità”. “NATURA AMICA”, che abbiamo conosciuto attraverso due volontari, Paolo e Laura, promuove la “pet therapy” attraverso il contatto con l’asino per aiutare persone con difficoltà, dal bambino all’anziano, e organizza laboratori didattici in un’oasi di campagna che favorisce il contatto con la natura.

La scoperta, per noi giovani, è stata sapere che la “cultura” può essere oggetto di volontariato come ci hanno spiegato le rappresentanti di “ARCIBASSA”, la signora Antonietta Sarzi, e della “PRO LOCO”, la signora Clotilde Pasini. I volontari si occupano di organizzare eventi, quali la presentazione di un libro, spettacoli teatrali in dialetto, mostre fotografiche, esposizioni di oggetti che richiamano il passato e le radici contadine del nostro territorio per diffondere “conoscenza” ed “esperienza” o semplicemente per creare momenti ricreativi in occasione del Carnevale o del Natale in cui la comunità possa ritrovarsi. Esiste anche AMIS, che si occupa dell’istruzione primaria in Togo, dove è già stata costruita una scuola con i fondi ricavati da vari progetti che l’associazione promuove sul territorio.

Attraverso le parole dei volontari che abbiamo intervistato emerge che una comunità nel suo interno può far nascere risorse ed energie da investire per andare incontro ad esigenze sociali. La famosa frase di Kennedy diventa, dunque, una sorta di “memento” della grande urgenza del “fare” che nella nostra società è spesso offuscata da logiche che poco condividono con la convivenza civile e il diritto ad un futuro migliore per tutti.

 

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